Il lago, lo stagno, l'acqua che dorme, con la bellezza di un mondo riflesso, risvegliano con grande naturalezza la nostra immaginazione cosmica. Un sognatore, vicino a loro, riceve una semplicissima lezione per immaginare il mondo, per raddoppiare il mondo reale con un mondo immaginato. Il lago è un maestro in acquarelli naturali. I colori del mondo riflesso sono più teneri, più bellamenti artificiali dei colori, pesantemente sostanziali.
Questi colori portati dai riflessi appartengono già a un universo idealizzato. I riflessi invitano quindi all'idealizzazione quanti sognano l'acqua che dorme. Il poeta, che si appresta e sognare davanti all'acqua non tenterà di farne una pittura d'immagini. Andrà sempre un po' al di là del reale. Questa è la legge fenomenologica della rêverie poetica.
La poesia continua la bellezza del mondo, estetizza il mondo.
Bachelard, G. (1972) La poetica della rêverie. Bari: Edizioni Dedalo.