Politica e specismo

21/01/2022

L'ordinanza ligure che prevede l'abbattimento di tutti i maiali che vivono nel territorio, siano essi schiavi o autodeterminati, dimostra la totale mancanza di quella capacità di mettere in discussione prospettive di significato biologicamente, culturalmente, eticamente e politicamente disfunzionali che dovrebbe essere tipica della maturità e dell'adultità.

Dimostra che si sa ragionare solo in termini di crisi. Eppure, se si arriva a richiedere un genocidio e a pensarlo come unica soluzione finale, vuol dire che si è ignorato per decenni ogni ragionevole segnale di allarme, ogni ragionevole visione alternativa, ogni ragionevole soluzione culturale, economica e politica.

Significa che la sola voce ascoltata prima di prendere una tale decisione demenziale e grottesca è stata quella degli allevatori. Significa quindi attuare politiche a servizio di alcune lobby.

Politiche miopi, irragionevoli, irrazionali.

Perché è ovvio che dopo aver azzerato la popolazione di maiali e aver ripopolato gli allevamenti, l'emergenza si ripresenterà.

Ancora e ancora. Sotto molteplici forme. In modo sempre più grave.

Vi sembra una prospettiva realistica?

Vi sembra, al di là delle evidenti implicazioni etiche, anche solo economicamente sostenibile?

E vi sembra un mondo giusto quello in cui, pur di non cambiare abitudini alimentari, si mandano allo sterminio intere generazioni di esseri dotati di soggettività, ragione, emozioni, cultura e storia?

Vi sembra ancora sensato persino dopo aver vissuto lutti e dolori della pandemia che sta colpendo gli umani?

Io credo che sulla strada dell'autodeterminazione dobbiamo camminare tutti, oltre ogni barriera di specie. Un'autodeterminazione solo per alcuni fortunati si chiama privilegio.